"L'unicità"
Nel momento in cui ci incontrammo i nostri mondi erano diametralmente opposti, ma penso ci unisse la curiosità e la voglia di scoprire ognuno l’unicità dell’altro.
Aldo amava le stoffe leggere, e i pizzi dai colori vivaci e si divertiva misurando la propria abilità nelle partite di mercante in fiera. Andava pazzo per i tortellini al ragù e le classiche torte da cerimonia tipiche degli anni settanta, stracolme di burro e liquore, proprio quelle che io detestavo di più.
Ci vedevamo ogni anno per le vacanze estive ospiti di amici di famiglia, ed ogni volta eravamo rapiti dalla frenesia di scoprire cosa contenesse la valigia dell’altro, sicuri del fatto che chi avevamo di fronte non avrebbe deluso le nostre aspettative.
Non mi sono mai chiesta perchè riempivo la mia valigia di stoffe, collane e bracciali di perle colorate, visto che a me non piacevano affatto, non ho mai chiesto a me stessa se l’interno della mia valigia potesse piacere ad Aldo perchè lo sapevo già che lui l’avrebbe adorato. I bambini volano al di sopra degli stereotipi, conoscono la forza delle diversità, della sua bellezza, ne comprendono l’importanza e ne rispettano tutte le sfaccettature.
Questa è la storia mia e di Aldo, una storia che era rimasta li bloccata tra la testa e il cuore, forse per un pochino di egoismo o senso del possesso, ma poi si sa come sono le storie, trovano sempre il modo di sgrovigliarsi e arrivare a chi le vuole ascoltare. Mi manca Aldo con la sua valigia a cadenza annuale e tutto quel che ci trovavo dentro, le figurine dei calciatori della panini che lui non sopportava, le fionde con gli elastici che gli costruiva sua padre ignaro del fatto che poi passavano a me, mi mancano i nostri sguardi complici che dicevano tutto senza il bisogno di parole. Ma quella scatola trasparete, che lui riempivi durante l’inverno che ci divideva prima di rivederci ancora, quella scatola di perline di mompariglia che mi portavi, quelle mi mancano più di ogni altra cosa. Penso a te ogni volta che le uso, a te che sei stato l’unico a capire ancor prima di quanto l’abbia fatto io, che infondo all’anima di quella bambina ribelle che giocava ad essere un maschio, si nascondeva una piccola donna che aveva troppa paura di farsi scoprire.