Il sapore della gentilezza
Non amo fare bilanci, li lascio a chi ne è dipendente e succube. Ho incominciato quest’anno con l’impegno di abbandonare la mia ossessiva ricerca della stabilità che da sempre mi contraddistingue, per adoperarmi nell’accogliere la realtà così com’è, con le sue disparità, i suoi disagi e le sue sorprese. Non propenderò più per la stabilità che forse non potrà realizzarsi, perchè la vita sa sorprenderci come mai potremmo immaginare e trovo sia sprecato il tempo dedicato al pensiero verso il futuro, è più saggio concentrarsi sul presente per goderne ogni attimo. Quindi chi sono io oggi? Un insieme di risultati di esperienze vissute? Un individuo che ha sempre rincorso la sua vita ideale, la sua importantissima stabilità? Arriva un momento della vita in cui capisci che quel che conta veramente non è la tanto bramata vita ideale: lavoro, viaggi, vestiti… ma è la tua quotidianità, quella a cui sei affezionata, fatta di affetti di persone semplici e sincere, quelli che non conoscono la verità celata. Come Mirella che, simpaticamente quando mi ha offerto la zucca per realizzare questa vellutata, mi ha chiesto se fossi stata in grado di tagliarla; oppure come Edera che quando si è trovata tra le mani il suo topinambur ha pensato affettuosamente a me. Grazie