La pasta matta di Clara

"La continuità"

15 Marzo 2022

C’è il sole ma non scalda come dovrebbe, ci sono i luoghi che non sono più quelli di un tempo, poi ci sono le persone, ma non sono le stesse che ho lasciato. Mancano la spensieratezza e la serenità, la voglia di condivisione, mancano i discorsi stupidi e le confidenze fatte a tarda serata innondati di ottimo vino, ne sento l’assoluta mancanza e mai come ora avverto che la vita, anche senza fare troppo rumore, sta correndo via. Allora per non farmi travolgere dal pessimismo, faccio la cosa che la maggior parte delle persone non farebbe mai, mi abbandono a prolungati distacchi dalla civiltà e diventa tutto molto più semplice e chiaro.

Le passeggiate d’inverno sono come viaggi nel tempo, staffette percorse da un periodo all’altro, un gioco mentale in cui mi sento perfettamente a mio agio.

Nessuno si accorge di me mentre vago nelle campagne seguendo sentieri sterrati, nessuno mi vede quando entro nei giardini delle case abbandonate da tempo e cammino su aiuole coperte da rovi, che lasciano intravvedere il gusto e la passione di chi un tempo le ha costruite. Mi piace guardare dentro le case dai vetri vissuti delle finestre e osservo le poche cose che sono rimaste, quelle cose che sembrano non essere di nessuno, un qualcosa che un tempo aveva vissuto. E in questi momenti tra malinconia e poesia, tutto rallenta, qui in questi luoghi la vita non mi sfugge più e  comprendo che siamo figli del nostro tempo, non potremmo essere altro che qua dove siamo, ad ammirare o giudicare il trascorso delle persone che ci hanno preceduto cercando, se possibile, di migliorare quel che ci hanno lasciato.

7 Aprile 2022

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