
Metti un fiore
In fondo lo sapevo già che non era come sembrava. Lo so sempre molto prima che accada perchè percepisco quando non vengo amata fino in fondo, proprio la dove il fiato si fa corto. Sentivo perfettamente che quei complimenti, quelle attenzioni e cortesie di troppo, non c’entravano nulla con l’amicizia e il volersi bene. Allora per anni ed anni ho aspettato, ed ho lasciato che mi lodassero, che mi chiamassero, mi coinvolgessero senza far altro che aspettare. Ma lasciare chi ha avuto la possibilità di ferirti non avviene in un attimo, è un processo lungo e doloroso e quando ti sembra solo di aspettare, in realtà stai lasciando. Dentro di me vi ho lasciato ogni volta che facevo finta di ascoltarvi, vi ho lasciato quando preferivo concludere un capitolo di un libro mediocre ignorando le vostre chiamate, vi stavo lasciando le innumerevoli volte che preferivo la solitudine della mia campagna ai pomeriggi in spiaggia in vostra compagnia. Niente si aggiusta se non ci si mette a rischio ed io ho rischiato lasciando quasi tutto il mio trascorso dietro di me.
Poi il mondo si è ammalato, le porte delle case si sono chiuse con le persone dentro: la moglie imprenditrice con il marito operaio, Tommaso sul suo letto con l’amata play-station, Laura con le sue indaffarate chat dentro le chat e Patrizia nel suo nuovo appartamento attendendo un segno che le indicasse se continuare a vivere sola o ritornare col marito. Allora da qui tutti ci siamo dovuti inventare una nuova vita, una vita senza il caffè del bar al mattino, senza gli aperitivi serali con gli amici e la piega della parrucchiera del fine settimana, una nuova vita che io avevo già incominciato a vivere. La mia è fatta principalmente di me insieme a persone che hanno deciso di esserci; di favole, di fiori, di cose che non sono come sembrano e di persone che in questi due anni hanno sentito fortemente il bisogno di imparare l’amore.