Quando ero poco più di una ragazzina, per un lungo periodo trascorrevo ogni mio attimo libero in cucina per cercar di dar vita ad una gustosa bistecca di seitan o a sminuzzare enormi quantità di verdure destinate a diventare profumatissime zuppe di miso. Non so come, ma riuscivo con non poche difficoltà, a districarmi magistralmente tra le ore di lavoro, la piscina, i corsi di cucina macrobiotica e vegana (ovviamente per quella romagnola, avevo la mamma e la nonna a mia completa disposizione). Pensandoci adesso non capisco ancora come potessi riuscire e se è vero che per non cadere e ritrovare l’equilibrio bisogna continuare a muoversi, io in quei tempi possedevo veramente un equilibrio perfetto. Nel tempo non ho mai smesso di muovermi, eludendo il concetto del vivere quotidiano che la stragrande maggioranza delle persone ha senza mai reprimere la mia creatività e soprattutto la mia curiosità. Forse nel profondo sentivo che tutto il mio desiderio di conoscere, tutta la mia ansia di sapere, non erano solo sinonimo di irrequietezza e confusione, ma una parte di me che, inconsapevolmente, stava segnando la mia strada, quella che mi avrebbe avvicinato alla realtà che potevo ammirare solo sulle riviste di cucina, quella che da sempre avevo idealizzato.